La manovra prevede la mobilitazione di 7 miliardi di euro di risorse per le imprese che maggiormente punteranno sull’innovazione, gli investimenti “green”, in R&S, in attività di design e innovazione estetica e sulla formazione 4.0. Il tutto con l’obiettivo di valorizzare ulteriormente le produzioni del Made in Italy.
Facendo leva sugli investimenti già varati con il piano Impresa 4.0 e considerando anche le criticità riscontrate nella pratica, con Transizione 4.0 il Governo ha rivisto alcune caratteristiche e meccanismi applicativi.
Innanzitutto, è stato dato alle misure una maggiore stabilità programmando la revisione in ottica pluriennale, così da garantire alle imprese un respiro di medio lungo periodo. Poi, per quanto concerne gli strumenti di accesso, si è individuato il credito d’imposta come principale canale. Con la trasformazione del super e iper-ammortamento nel nuovo credito d’imposta per beni strumentali si auspica, infatti, un significativo ampliamento della platea dei potenziali beneficiari: le stime sono del +40%. Le misure diverrebbero infatti fruibili anche dai soggetti senza “utili” e in regime forfettario (come le imprese agricole).
Come anticipato, dunque, le principali azioni su cui si fonda il piano Transizione 4.0 sono tre:
- Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali: con l’obiettivo di supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato;
- Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione tecnologica e design: per stimolare la spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione tecnologica, sostenere la competitività delle imprese e favorire i processi di transizione digitale e nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale;
- Credito d'imposta formazione 4.0: che punta a stimolare gli investimenti delle imprese nella formazione del personale sulle materie aventi ad oggetto le tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese.
Possono accedere al credito d'imposta tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito.
Con il Decreto del 26 maggio 2020 del Ministero dello sviluppo economico, Gazzetta Ufficiale n. 182 del 21 luglio 2020, sono state dettate le “Disposizioni applicative per nuovo credito d’imposta, per attività di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica e di design”.
Il decreto citato definisce le modalità attuative del nuovo credito d’imposta per il periodo successivo al 31 dicembre 2019 e, in particolare, agli artt. 2, 3 e 4 introduce la definizione delle attività di ricerca e sviluppo, delle attività di innovazione tecnologica e delle attività di design e ideazione estetica ammissibili.
Per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 12% delle spese agevolabili nel limite massimo di 3 milioni di euro.
Per le attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 6% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro; il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 10% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro in caso di attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0.
Infine, per le attività di design e ideazione estetica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari nei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica, e altri individuati con successivo decreto ministeriale, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 6% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro.
Lo Studio è a disposizione delle imprese per approfondire le modalità di accesso a tale misura ai fini dell’effettivo riconoscimento del credito di imposta per spese in Ricerca, Sviluppo, Innovazione e Design sostenute nel periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019.